Numerosi articoli, numerose interviste, innumerevoli interventi ci hanno insegnato col tempo a definire il termine violenza al di là dell'accezione fisica più immediata, dando così importanza anche alle infinite forme che può assumere la violenza. Forme a volte più subdole e, nel caso della violenza esercitata sulla donna, subdole in quanto poco riconoscibili perchè dannatamente giustificabili da una cultura ancora, troppe volte, intrinsicamente misogina.
E anche perchè immersi in questa cultura molte volte le emozioni che si scatenano di fronte ad una situazione violenta sono contrastanti e confuse.
Vi invito a chiudere gli occhi, a respirare profondamente e a lasciar andare pian piano i pensieri e le preoccupazioni che avete in questo momento. Quando vi sentite più liberi immaginate la vostra più cara amica che vi racconta di essere stata vittima, più volte di violenza, in qualsiasi forma (fisica, verbale, psicologica, economica, sessuale). Immaginate ora che vi dica: “non è successo nulla, va tutto bene”. Ecco. Adesso prestate attenzione alle emozioni che state provando, alle sensazioni e ai pensieri che vi pervadono.
Non è difficile immaginare come possiate sentirvi.
Preoccupat* per la vostra amica e per le conseguenze, preoccupat* per quello che le potrebbe succedere se decidesse di “ribellarsi”; arrabbiat* per quello che le sta succedendo e arrabbiat* perchè lei giustifica e minimizza questo tipo di comportamento; impotenti perché qualsiasi soluzione possiate pensare per lei sembra più grande di voi; impotenti perchè qualsiasi cosa immaginiate di dirle è come se incontraste il muro del non ascolto da parte sua; confus* in quanto cercate una comprensione razionale e logica a quello che vi sta raccontando, come a cercare un senso che possa spiegare e dare un senso a un comportamento che però, razionalmente, considerate inaccettabile al di là di tutto; probabilmente ti sentirai un* amic* cattiv* che non si è accort* di questa situazione; probabilmente vi sentirete terribilmente sol* sentendo un grande peso che non sapete come gestire; vi sentirete sopraffatti, in ansia, incapaci di concentrarvi su altro come immers* in un vortice senza fine.
Adesso aprite gli occhi, voglio dirvi che tutto quello che state provando è legittimo e normale ma soprattutto non siete da sol* a provare tutto questo.
Non siete i soli, non sta succedendo solo a voi.
Quello che avete provato è esattamente quello che sta provando la vostra amica, ma in minima parte. Lei proverà tutto questo amplificato perchè la diretta interessata è lei e solo lei.
Queste sono le conseguenze di un atto di violenza.
La vostra amica però, proprio perchè vittima diretta, avrà molti meno strumenti di voi.
Voi avete un grosso vantaggio: con un piccolo esercizio potete “vedere” e “provare” tutto questo con maggiore chiarezza e con più distacco.
Potete, inoltre, porvi con ascolto comprensivo nei confronti della vostra amica perchè provate sensazioni simili.
Potete soprattutto, con molta meno paura, chiedere aiuto per capire come esserle d'aiuto.
Contattate i centri antiviolenza e fatevi aiutare a capire come aiutare la vostra amica.
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Contatti utili:
NUMERO NAZIONALE ANTIVIOLENZA E STALKING
1522
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Dott.ssa Mariangela Lopez Psicologa Psicoterapeuta dell'Adulto specializzata come Consulente Sessuale
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