
La dolcezza è una qualità che accarezza delicatamente i sensi provocando un sereno abbandono, che aiuta la pura accettazione di sé, per questo è uno strumento utile in terapia perché lo sguardo dolce del terapeuta dona calore e calma il paziente, è un sentimento risanatore e il suo sguardo aiuterà il paziente a sviluppare lo stesso sguardo verso di sé.
La dolcezza è un sentimento di coinvolgimento suscitato da affetto o compassione
che ha la capacità di rendere capaci di tollerare le angosce sedando la pulsione distruttiva, per questo la dolcezza è da considerare uno sguardo che cura.
La dolcezza è possibilità, è quell’attitudine che porta a superare ciò che distrugge, facendo emergere la capacità trasformativa del male che angoscia come una coperta che riscalda il corpo in una giornata d’inverno.
Qualora si è stato fatto del male, si abbia ferito qualcuno la dolcezza è parte integrante della riparazione perché la dolcezza nasce dalla capacità di trattenere (tenere a sé) il male, quando ci si percepisce o ci si giudica difettosi lo sguardo dolce dona conforto, certo non lo risolve ma accompagna l’individuo ad accogliere ogni parte di sé anche le più oscure, facendo emergere un sentimento di tolleranza e amore per se stessi.
La dolcezza non è gentilezza né compassione, è qualcosa che ha a che fare con il primo incontro con il materno, quindi con la cura, la protezione, il dolce sguardo che aiuta la formazione dell’identità del bambino, perché gli dona sicurezza e protezione.
Il primo sapore che percepiamo da neonati è il dolce; il latte materno, per i primi mesi della nostra vita facciamo il pieno di questa “ondata zuccherina”, per questo il sapore del dolce viene associato all’amore, alle coccole , perché ogni volta che entriamo in contatto con un dolce ci riporta a quel primo istante che ci ha trasmesso, sicurezza, amore, vicinanza, dolcezza materna.
Non a caso in alcune sostanze contenute negli alimenti dolci agiscono sul sistema nervoso centrale attraverso i neurotrasmettitori, tra questi, vi sono la serotonina, la dopamina e le endorfine, le quali hanno un effetto benefico sul tono dell’umore, aiutando a combattere gli stati emotivi negativi e le tensioni in generale.
Una mia paziente per un particolare periodo della sua vita mi ha riportato molti sogni che avevano come tema principale i dolci, mangiava dolci, o si trovava in una pasticceria inebriata dalla quantità di dolci, spesso sognava sempre lo stesso dolce perchè aveva sviluppato un’ossessione per quel dolce in particolare: la crostata di fragole. In quel periodo, per affrontare alcune situazioni molto scomode, ha dovuto sviluppare una dura corazza di protezione e un bel po’ di cinismo ma, dall’altra, sentiva un gran bisogno di riprendere il contatto con la dolcezza della vita, imparando a chiederla, imparando a concedersela.
Questa è l'importanza della dolcezza, riscoprirsi amabili e accoglienti, per imparare a vivere meglio con se stessi.
“Vi è più pericolo nei tuoi occhi che in venti delle loro spade: se mi guardi con dolcezza, avrò forza contro il loro odio”.
- William Shakespeare -

Dott.ssa Elsa Falciani Psicologa Psicoterapeuta Analista Junghiana
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